Gli effetti negativi del Coronavirus sul mercato del lavoro sono evidenti. Il tasso di disoccupazione è destinato ad aumentare, con effetti devastanti anche nei prossimi 2 anni. Da qui è chiara l’importanza di trovare soluzioni alternative per affrontare la crisi.
Cosa accadrà alle PMI? Il nostro tessuto economico si fonda su 4 milioni di piccole e medie imprese che, attualmente, sono a rischio. A resistere, infatti, saranno solo quelle più solide finanziariamente, che hanno più liquidità propria o derivante da banche o investitori. Le altre aziende non hanno un destino roseo: molte falliranno, altre entreranno in crisi e saranno costrette ad affrontare un periodo di transizione più o meno lungo, superato il quale si deciderà per la loro sopravvivenza.
Il mercato più in difficoltà è, e sarà, quello del turismo. Un grosso problema per il nostro Paese, che fonda gran parte della propria economia su questo settore: pensiamo a tutta la ricchezza derivante dalle città d’arte, dalle località naturalistiche, dagli eventi, dalle fiere. Per non parlare di tutte le attività correlate al turismo, quali ristorazione, bar, negozi che vendono prodotti della filiera made in Italy e così via.
Negli altri settori avverrà una sorta di “selezione naturale“, a sopravvivere saranno solo quelle aziende agili, capaci di convertirsi con facilità e rapidità al digitale.
Tuttavia, anche quando il virus sarà debellato, rimarranno non pochi problemi. I consumatori cambieranno inevitabilmente abitudini: è una questione d’istinto, tutti gli esseri umani dopo uno shock tendono a non fare ciò che facevano prima. Lo stesso accadrà dopo il Coronavirus: ad esempio, se prima della diffusione del contagio lo shopping poteva essere un’occasione di svago e relax, adesso ci si sentirà molto più sicuri a fare acquisti online. Dunque, se un’azienda non sarà in grado di adattarsi alle nuove abitudini dei consumatori, è destinata a fallire.
Davanti a questa situazione, cosa possono fare gli imprenditori?
Il nostro consiglio è di non cercare di fermare una valanga inarrestabile. Il cambiamento è già in atto, perciò per sopravvivere è importante saper accogliere la trasformazione. E’ meglio cambiare modello di business. Pensiamo ai ristoranti abituati a riempire un certo numero di coperti; anche dopo la riapertura dovranno aumentare il delivery, facendo consegne agli uffici o alle persone che preferiscono rimanere a casa.
E se in alcuni settori basterà cambiare modello di business, in altri si dovrà addirittura cambiare mercato, competenza, lavoro e professionalità, e bisognerà farlo nel minor tempo possibile. Le strade possibili sono
- Portare online tutto quello che si può
- Vendere online
- Digitalizzare tutti i processi possibili
- Diversificare l’attività per bilanciare i rischi
- Difendere la liquidità
Aziende e imprenditori dovranno abituarsi a pensare fuori dagli schemi, andando costantemente alla ricerca di soluzioni alternative. Il nostro consiglio è di puntare sull’acquisizione di nuove skill, nuove competenze e nuove capacità, così da creare nuovi posti di lavoro e nuove possibilità di guadagno.