Il nuovo decennio era tanto atteso quanto temuto. L’inizio di una nuova decade ha seminato un clima di attesa tra i più superstiziosi, convinti dell’arrivo di un grande cambiamento. In effetti qualcosa è successo. Ma un evento imprevedibile come la diffusione di un virus sconosciuto non era stato calcolato neanche dalle menti più catastrofiche.

Quello che sta accadendo avrà inevitabilmente degli effetti sull’opinione pubblica. A cambiare sarà soprattutto la nostra fiducia verso le istituzioni, il cui livello varierà a seconda della capacità delle stesse di gestire l’emergenza. La fiducia dei cittadini non è da sottovalutare: essa è responsabile anche delle conseguenze economiche del Paese.

A dirlo è uno studio effettuato dall’Università Bocconi in collaborazione con la Barcelona School of Economics , che ha analizzato i dati della prima spaventosa pandemia influenzale: la cosiddetta “spagnola” che tra il 1918 e il 1920 infettò 500 milioni di persone in tutto il mondo, uccidendone 50 milioni. Lo studio, pubblicato su Vox- il portale del think thank statuinitense Centre of Economics Policy Research, ha l’obiettivo di mettere a confronto l’influenza spagnola con il Covid-19 circa gli effetti generati sulla fiducia dei cittadini. La prima pandemia ha seminato sospetto e rancore verso il governo e il sistema sanitario, considerati responsabili della strage. Le istituzioni non furono in grado di gestire l’emergenza, probabilmente a causa  della difficoltà di comunicare e del contesto storico delicato post Guerra Mondiale.

Le analisi delle due università si basano sulle informazioni raccolte dai testimoni della vecchia emergenza, che hanno raccontato come la spagnola sia stata in grado di modificare in modo permanente il comportamento individuale in termini di fiducia sociale, limitando la crescita economica per molti decenni a venire.  Questo è evidente tutt’ora: a dircelo è il Trust Barometer 2020 di Endelman, presentato i primi di febbraio al World Economic Forum di Davos, secondo cui il nostro tempo è caratterizzato da una profonda sfiducia. Dallo studio di Endelman risulta che la stragrande maggioranza degli intervistati (circa l’80%) punti il dito contro le quattro grandi istituzioni – governo, imprese, media e ONG –  incapaci di trasparenza ed etica.

I dati della seconda analisi, tuttavia, risalgono a prima della diffusione del contagio nel mondo occidentale. Cosa è cambiato nel frattempo? A rispondere un’altra analisi firmata Standard Ethics – una società indipendente di rating della sostenibilità – secondo cui nell’emergenza derivata dalla diffusione del Coronavirus l’Italia ha rivalutato la solidarietà. Secondo gli esperti il nostro Paese, se continuerà ad affrontare positivamente la pandemia, potrà contare su un ritorno all’ottimismo, con buone possibilità di rinascita.

Tuttavia gli autori dello studio delle due università affermano che

È necessaria molta attenzione nel commentare le conseguenze finali di una crisi ancora in corso.Tuttavia, la storia potrebbe costituire un avvertimento per quei paesi che optano per limitare la loro gestione della pandemia a misure chiare: se l’epidemia si diffondesse ampiamente e senza controllo, i costi economici cumulati da pagare a lungo termine potrebbero essere ancora più alti di quanto ci si aspetta.